Una notizia rivoluzionaria per il mondo del no profit.
O almeno è ciò che si spera. L’istituzione voluta dal Governo Monti di un Ministero per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione sta rallegrando il mondo delle ong italiane. Immediate le reazioni positive di tutti i rappresentanti della cooperazione italiana.
Seppure senza portafoglio, infatti, la nomina di Andrea Riccardi – fondatore della Comunità di Sant’Egidio - a capo del suddetto dicastero segna senza dubbio una direzione importante.
In primo luogo, si tratta di una svolta simbolica: dopo anni di vuoto, disinteresse e noncuranza da parte delle istituzioni, la creazione di un dicastero apposito è (speriamo) sintomo di un rinnovato interesse per i temi e il mondo dell’associazionismo e della cooperazione. Già solo questo potrebbe portare maggiore attenzione non solo della politica ma anche di media e opinione pubblica sui tanti nodi irrisolti del sociale (in particolare a proposito della posizione italiana in numerosi impegni di cooperazione internazionale non ancora del tutto attesi).
In secondo luogo, pur se senza un budget a sua disposizione, il neo ministro Riccardi dovrà ricoprire il difficile ruolo di restituire a solidarietà ed integrazione una posizione centrale all’interno della morale politica italiana. Un cambiamento senza dubbio più culturale che pratico, almeno nelle premesse, ma fondamentale per dare corpo a impegni e, perché no, proposte italiane su scala internazionale.
Infine, la creazione di un dicastero ad hoc riconosce finalmente il peso dei cooperanti e del terzo settore nella vita pubblica italiana (nel corso degli ultimi 3 anni i tagli finanziari al terzo settore sono stati drammatici e hanno compromesso fortemente, per esempio, il servizio civile volontario, una delle principali fonti di partecipazione e accesso alla cooperazione internazionale - vedi dati Redattoresociale.it).
Signficativo che proprio in un momento di così intensa e pericolosa crisi finanziaria, un governo chiamato a guidare il paese in una condizione di palese emergenza economica scelga di dedicare spazio ed energie al mondo della cooperazione. Un ragionamento paradossale agli occhi di chi concepisce la ricchezza come arricchimento personale contrapposto a quello sociale; è invece una logica assai sensata per chi da anni lavora e crede nel campo della cooperazione, forte della convinzione che la ricchezza sia un circolo virtuoso tra il singolo, la società e, su scala planetaria, la comunità internazionale.