Alle volte la coscienza della gente ha solo bisogno di tempo per maturare. Qualche giorno fa si poteva leggere su alcune agenzie di stampa che a Rosarno, arrivano i primi contratti per gli africani. Le arance diventano “più etiche” e aumenta la paga dei braccianti che le raccolgono. Una buona notizia in questi giorni concitati, di violenze disperate, partenze e sbarchi di fortuna. Una buona notizia a pochi giorni dal primo marzo: ad un anno dal primo grande sciopero degli immigrati in Italia, si replicherà l’esperienza. Il mese della primavera inizierà dunque con una manifestazione che vuole avere l’accoglienza come punto di partenza e obiettivo. Contro ogni tipo di discriminazione, per l’affermazione dei diritti di chi è costretto a lasciare il proprio Paese e a ricostruirsi una nuova vita da un’altra parte. Lo scorso anno i migranti, incrociando le braccia per 24 ore, invitavano noi italiani a pensare a cosa sarebbe successo senza di loro. Senza di loro che lavorano nelle nostre fabbriche, fanno andare avanti i nostri campi, curano i nostri genitori e i nostri nonni. Quest’anno avranno il cuore anche in Libia e in tutti quei paesi dell’Africa calda in cui si sta lottando contro la dittatura. La mobilitazione avrà dunque un significato ancora maggiore per vincere pregiudizi e paure in un momento in cui il nostro paese dovrà accogliere un’umanità ferita e spaventata. E l’appello è quello ad uno sciopero che sia transazionale, che vada oltre i confini italiani e arrivi anche Oltralpe. “Abbiamo combattuto molte battaglie. Conosciamo il significato dell’esclusione. Vogliamo vivere in solidarietà e vogliamo un vero cambiamento. – si legge sul sito www.noracism.net - A prescindere da dove vivono e lavorano, agli esseri umani vanno riconosciuti diritti uguali e pari opportunità! Il Primo Marzo sarà un giorno di mobilitazione. Facciamo in modo che questa giornata serva ad unire le nostre differenze e a trovare un linguaggio nuovo e comune”.