Gli sprechi alimentari sono una brutta abitudine. Ma c’è chi mette in atto buone pratiche da imitare, come ad esempio la città di Torino, fresca firmataria di un protocollo impegnativo per educare i giovani al consumo responsabile.
Lo scorso 28 luglio, infatti, il capoluogo piemontese ha sottoscritto un’intesa con Slow Food e Last Minute Market, movimenti impegnati da anni per combattere il fenomeno dello spreco e promuovere una nuova cultura alimentare. Il protocollo definisce tre obiettivi: destinare il cibo in eccesso verso chi ne ha bisogno, educare i più giovani a un consumo responsabile, sostenere la produzione nei paesi in via di sviluppo.
Quello dello spreco alimentare è davvero un problema consistente: negli ultimi 40 anni la quantità di cibo non consumato è aumentata addirittura del 50%. I maggiori responsabili sono, ovviamente, le principali potenze economiche occidentali: si calcola che ben il 40% del cibo prodotto negli Stati Uniti venga gettato, mentre in Italia la proporzione aumenta spaventosamente raggiungendo una quantità pari a due terzi del fabbisogno alimentare nazionale.
L’iniziativa torinese non è isolata e si inserisce in un progetto di ampio respiro. Lo scorso 28 ottobre, infatti, in occasione della prima Giornata contro lo spreco alimentare, è stata firmata la Dichiarazione congiunta con cui l’Unione Europea si propone di ridurre del 50% entro il 2025 la quantità di cibo non consumato.
Il protocollo piemontese avvierà sul territorio progetti di riciclo a favore di associazioni ed enti locali per costruire una rete di solidarietà economica, sociale e umana in vista dell’Anno mondiale dello spreco, atteso per il 2013.