Il 6 e il 7 novembre l’Italia si mobilita per ribadire il proprio no al nucleare e la necessità delle fonti rinnovabili per costruire un futuro più sicuro. In occasione del ventitreesimo anniversario della vittoria referendaria contro il nucleare, le principali associazioni ambientaliste, insieme a diverse forze sociali e produttive, hanno organizzato una raccolta di firme per il progetto di legge d’iniziativa popolare dal nome Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima.
Secondo i promotori dell’iniziativa, nel nostro Paese non si fa abbastanza per contrastare i cambiamenti climatici. In base agli obiettivi europei di riduzione dei gas a effetto serra, gli stati membri si sono impegnati a ridurre del 20% le emissioni climalteranti entro il 2020 e a realizzare, entro la stessa scadenza, un aumento del 20% sia dell’efficienza energetica sia dell’utilizzo delle fonti pulite.
Secondo Legambiente invece l’Italia sta andando in un’altra direzione: quella di “affidare la riduzione delle emissioni climalteranti e la diversificazione dal petrolio all’avventura nucleare, cioè a una fonte non rinnovabile che non ha risolto i problemi delle scorie radioattive e della sicurezza, che diminuirebbe le emissioni solo per una quota modesta della produzione di elettricità, e solo dopo il completamento delle centrali, ben oltre il 2020, data entro la quale gli altri paesi Europei avranno già ridotto le loro emissioni”.
È per questo che 33 organizzazioni hanno deciso di scendere in piazza e far sentire la propria voce. Daranno ai cittadini informazioni utili e raccoglieranno le loro firme per ribadire la volontà del Paese di utilizzare energie pulite. L’obiettivo è quello di colmare il deficit presente nell’attuale impianto normativo italiano, che non permette di realizzare gli obiettivi del pacchetto clima Ue, e di recepire la direttiva europea sulle fonti rinnovabili. Le firme saranno poi consegnate in Parlamento prima delle festività natalizie.
Il Wwf sottolinea gli alti costi del nucleare e il fatto che non dia indipendenza né sicurezza energetica. “L’uranio è una risorsa che entro qualche decennio sarà esaurita (probabilmente prima del petrolio e del carbone), le centrali costituiscono degli obiettivi sensibili per il terrorismo, con forti rischi per la popolazione e comunque richiedono la preventiva militarizzazione del territorio - precisa l’Associazione -. Soprattutto, il nucleare costituisce un rischio ambientale e per la salute”.
Nel nostro paese, peraltro, nel 2009 la produzione di fonti rinnovabili è aumentata del 13%, a dimostrazione dell’affidabilità e della competitività di queste tecnologie. Attraverso nuovi impianti solari, eolici, geotermici, idroelettrici, da biomasse centinaia di Comuni producono più energia elettrica di quanta ne consumino. Questi impianti, oltre a migliorare la qualità della vita, hanno contribuito alla creazione di nuovi posti di lavoro, nuovi servizi e nuove prospettive di ricerca applicata. Queste esperienze sono dunque la migliore dimostrazione del fatto che investire nelle rinnovabili conviene a tutti: all’ambiente, all’uomo e all’economia.
100 Piazze per il clima. In marcia per le energie pulite e sicure è promossa da: Acli, Acli Ambiente–Anni Verdi, AIAB, Ambiente e Lavoro, ARCI, Arci caccia/CSAA, Arci Servizio Civile, Arciragazzi, Associazione Ong Italiane, Auser, CGIL, Cittadinanzattiva, Comitato Fermiamo il nucleare non serve all’Italia, Comitato Sì alle Rinnovabili No al nucleare, Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile, Fa’ la cosa giusta!, FAI, Fairtrade Italia, Fair, Fare Verde, Federazione nazionale Pro Natura, FOCSIV – Volontari nel mondo, Forum Ambientalista, Greenpeace Italia, LAV, Legambiente, Lega Pesca, Libera, MDC, Medici per l’ambiente, Terra quotidiano ecologista, Terre di Mezzo, WWF.
L’elenco delle piazze è disponibile cliccando qui.