Sakineh Mohammadi Ashtiani. Ennesima speranza, ennesima smentita

Sakineh Mohammadi Ashtiani resta in carcere in attesa della sua esecuzione. La notizia del 17 gennaio scorso che annunciava la sopensione della lapidazione è stata seccamente smentita; era stata diffusa nella mattinata dall’agenzia Isna. La fonte era attendibilissima: una lettera di una parlamentare iraniana annunciava alla presidente brasiliana Dilma Rousseff il blocco della condanna. Ma la magistratura iraniana ha smentito dopo poche ore: ”Tutto rimane come prima”.

La triste vicenda della Ashtiani inizia nel 2005 quando viene arrestata in seguito all'omicidio del marito, Ebrahim Qaderzadeh, nel quale è implicato anche unsuo presunto amante.  Nel maggio 2006 una nuova sentenza la condanna per il reato di “relazione illecita” e punita con 99 frustate, eseguite alla presenza del figlio Sajjad. Appena 4 mesi dopo, nel settembre del 2006, arriva la seconda condanna: questa volta alla pena capitale tramite lapidazione per “adulterio durante il matrimonio” come sancito dall'articolo 83 del diritto penale iraniano.

Nel maggio 2007 arriva la conferma della condanna a morte che in seguito viene rinviata . Tre anni più tardi, dopo ormai 5 anni di carcere, la condanna alla lapidazione per adulterio si tramuta in condanna a morte mediante impiccagione per aver partecipato all'omicidio del marito. Una campagna internazionale promossa dai due figli della Ashtiani, e alla quale aderiscono anche personalità politiche, riesce a bloccare l'imminente esecuzione prevista per luglio.

Il 12 agosto del 2010 Sakineh confessa la sua partecipazione all'assassinio del marito; il suo avvocato, come anche l'opinione pubblica occidentale, è convinto sia una confessione estorta con la tortura. Da agosto in poi le notizie sulla Ashtiani si fanno sempre più contraddittorie: il 2 novembre il Comitato contro la lapidazione afferma che le autorità eseguiranno la condanna il giorno seguente, notizia poi smentita dai fatti; contemporaneamente il figlio e l'avvocato di Sakineh avrebbero rilasciato dichiarazioni autoincriminanti.

Il 9 dicembre 2010 varie notizie che arrivano dai Comitati danno vita ad un crescendo di voci le quali annunciano che la scarcerazione della Ashtiani sarebbe avvenuta esattamente il giorno prima, 8 dicembre; anche questa notizia viene smentita il giono seguente da una emittente televisiva iraniana.

Le notizie del 17 gennaio 2010 come quelle che l'hanno preceduta rendono il caso confuso e misterioso.  La vita di Sakineh Mohammadi Ashtiani putroppo è ancora sospesa, nelle mani di un sistema giudiziario iniquo che condanna un presunto colpevole più volte per lo stesso presunto reato.

Enzo Caponera